Oh finalmente un bel thriller…
non uno di quelli che fanno di tutto per metterti l’angoscia, bensì uno che ti
far venire voglia di capire. Perché un uomo è stato ucciso? Perché ci è andato
di mezzo un innocente? Perché in Thailandia un’alta percentuale di persone fa
uso di droghe come la yaa baa o la ganja? Perché la madre del protagonista
detective non vuole rivelare a suo figlio l’identità del suo vero padre?
“L’uomo di Bangkok” di John
Burdett è un libro giallo che vuole far luce sul perché un paese del Terzo
Mondo è così invitante per un “farang” ossia per uno straniero. Sarà per il
sesso a pagamento? Sarà per il commercio di giada? Sarà per la manodopera a
basso prezzo?
L’intreccio è molto ben costruito
e ci sono capitoli più avventurosi di altri ma poco drammatici tranne uno
iniziale dove c’è la scena in cui un uomo viene trovato in un’auto ucciso dal
morso di diversi serpenti. Il bello è questi animali sono ancora dentro
l’abitacolo al momento della scoperta del cadavere. Sono sotto effetto di droghe
(anfetamina) per questo hanno ucciso un uomo. Uno può domandarsi come si fa a
drogare un pitone? Bel mistero. C’è chi sostiene che bisognerebbe introdurre la
sostanza stupefacente per via anale… Caspita! L’investigatore saprò scoprire
l’identità del vero colpevole?
Sembra interessante
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