venerdì 25 ottobre 2013

Viaggio a Roma per ritrovare...

Cari lettori di scrittori italiani,
oggi vi parlo brevemente di uno dei romanzi di Alberto Moravia "Il viaggio a Roma".
Non avevo mai letto niente di questo autore.
Devo dire che apprezzo il suo stile, scorrevole e veloce.
La storia mi ha lasciato un po' perplessa. Mi ha fatto lo stesso effetto del film con la Kidman "Stoker"!
Il protagonista da Parigi va a Roma per ritrovare suo padre dopo 15 anni. La madre è morta da tempo, ma vive più che mai nei ricordi del ragazzo. In ogni donna che il giovane incontra, ritrova la figura materna e il desiderio un po' incestuoso di possederla.
Di Roma se ne parla ben poco. Fa leggermente da sfondo al vero centro che è il ragazzo e la ricerca di se stesso.
C'è il detto secondo cui le figlie ricercano nella figura del compagno, certi caratteri del padre. Forse questo vale anche per i figli con le madri.
Non so se sia tanto vero, ma penso che una volta adulti bisogna un po' distaccarsi dalle gonne della mamma e dal gilet del papà. Non sto dicendo di rinnegarlo! Semplicemente che il loro modo di vedere la vita, a volte, condiziona troppo la nostra esistenza. Dobbiamo essere capaci di creare il nostro pensiero liberamente e di prendere delle decisioni per il nostro bene. Non dobbiamo essere burattini di nessuno. Sappiamo di avere delle radici a cui possiamo sempre fare affidamento, ma poi bisogna puntare verso altri orizzonti e farcela da soli.

giovedì 24 ottobre 2013

Due innamorate, ma milioni di complicanze

Cari amici e amiche dal cuore più o meno tenero,
oggi tocca alla recensione del romanzo di Lawrence "Two lovers", ossia "Due innamorate" o "Donne innamorate".
La storia è abbastanza movimentata, ma serve soprattutto a far trasparire le idee politico-sociali dell'autore o almeno di una parte della società londinese all'inizio del'900.
Ci sono due sorelle che si innamorano di due uomini. Fin qui niente di strano...
Però uno dei due uomini aspira a un amore spirituale e non tanto fisico (e lei non ne è molto felice) e l'altro ha un animo ribelle e inquieto (e lei ne ha un po' paura).
In alcune pagine, si suggerisce anche che una soluzione alternativa o parallela al matrimonio potrebbe essere un'unione omosessuale.
Il finale mi ha stupito notevolmente. Forse un po' troppo sbrigativo rispetto alle oltre 600 pagine di tutto il racconto. A voi di scoprirlo.
Ma quanto bello è l'amore? Ma quanto male fa l'amore?
Prima o poi tutti si innamorano e iniziano a provare quella morsa allo stomaco, quell'euforia convulsa e quella malinconia poetica.
Non voglio fare l'errore che hanno fatto le due protagoniste del libro (Gudrun e Ursula) e cioè di usare il matrimonio come scappatoia alla noia, alla mondanità o solo per dimostrare a se stesse quanto valgono. Entrambe possono essere autonome con il loro lavoro eppure ricercano l'amore, non per la bellezza del puro sentimento, ma per completare la loro sete di perfezione.
Fate attenzione. Il vero innamoramento punge come una spina di una rosa.

giovedì 10 ottobre 2013

I sensi incantati di un uomo parmigiano

Cari sensitivi,
oggi vi parlerò di uno dei romanzi di Alberto Bevilacqua intitolato "I sensi incantati".
La storia è molto strana. In effetti sembra che non succeda mai niente.
Il protagonista, che è anche l'autore, ha una crisi depressiva che gli impedisce di scrivere.
L'incontro con una donna con poteri premonitori gli farà tornare la voglia di ricordare il suo passato a Parma (città natale) e di riprendere in mano il suo destino.
Personalmente non ho mai avuto poteri magici.
Anch'io sogno come tutti, ma sogno più che altro eventi già successi più che morti future o prossimi incontri.
Concordo con il fatto che a volte la vita si ferma come un'auto allo Stop. Mettiamo la prima, ma ad ogni tentativo la macchina s'ingolfa e non procede. Ci guardiamo attorno con un'aria sperduta fino a quando, o arriva un vigile severo o arriva un'altra auto dalla quale scende un "angelo" che ci darà un passaggio e che ci riporterà alla meta. Sì perché a volte non siamo noi "sbagliati", ma è l'auto su cui viaggiamo che è inadeguata o la strada che percorriamo che è troppo complicata. Allora ecco l'"angelo" che sa darci la forza per cambiare percorso o per cambiare il modo in cui procedere giorno dopo giorno. 

lunedì 7 ottobre 2013

Il vecchio e il mare; il mare e il vecchio

Cari lettori,
sono passati pochi giorni dalla tragedia di Lampedusa. Più di 190 morti annegati...
A loro va la mia preghiera nella speranza che si faccia presto qualcosa per impedire altri incidenti per coloro che cercano di raggiungere la nostra "amara terra".
Il libro di cui parlo oggi parla per l'appunto del mare...tomba per alcuni...via della speranza per altri...Si tratta di uno dei capolavori di Ernest Hemingway "Il vecchio e il mare".
Non è molto lungo da leggere e in certe parti si sente proprio il piacere o il peso dell'attesa in alto mare.
Il libro racconta la storia di un vecchio pescatore che si è messo in testa di dover pescare a tutti i costi un grosso pesce!! Vuole quello e solo quello...ma cosa sarà disposto a fare per ottenerlo?
Spesso siamo anche noi come il pescatore. Ci fissiamo su una cosa e facciamo tutto per raggiungere quello scopo, dimenticando altri bisogni e a volte le persone che ci stanno vicino. Ma chi è quel grosso pesce che ci perseguita notte e giorno? Che nome gli possiamo dare?
In generale, potremmo dire che il racconto rappresenta una battaglia tra l'uomo e la natura, una natura che ci sfida a volte e che noi vogliamo dominare con i nostri semplici mezzi. Finché si tratta di un grosso pesce, è ancora fattibile, ma quando si tratta di un uragano, di un terremoto o di un'alluvione, tutto cambia e in quel caso, bisogna "inginocchiarsi" davanti a chi è più forte di noi.