venerdì 19 dicembre 2014

L'uomo di Bangkok

Oh finalmente un bel thriller… non uno di quelli che fanno di tutto per metterti l’angoscia, bensì uno che ti far venire voglia di capire. Perché un uomo è stato ucciso? Perché ci è andato di mezzo un innocente? Perché in Thailandia un’alta percentuale di persone fa uso di droghe come la yaa baa o la ganja? Perché la madre del protagonista detective non vuole rivelare a suo figlio l’identità del suo vero padre?
“L’uomo di Bangkok” di John Burdett è un libro giallo che vuole far luce sul perché un paese del Terzo Mondo è così invitante per un “farang” ossia per uno straniero. Sarà per il sesso a pagamento? Sarà per il commercio di giada? Sarà per la manodopera a basso prezzo?


L’intreccio è molto ben costruito e ci sono capitoli più avventurosi di altri ma poco drammatici tranne uno iniziale dove c’è la scena in cui un uomo viene trovato in un’auto ucciso dal morso di diversi serpenti. Il bello è questi animali sono ancora dentro l’abitacolo al momento della scoperta del cadavere. Sono sotto effetto di droghe (anfetamina) per questo hanno ucciso un uomo. Uno può domandarsi come si fa a drogare un pitone? Bel mistero. C’è chi sostiene che bisognerebbe introdurre la sostanza stupefacente per via anale… Caspita! L’investigatore saprò scoprire l’identità del vero colpevole?

martedì 16 dicembre 2014

Per tremare un po'...

Ho appena finito di leggere una raccolta di racconti dell’incredibile Guy de Maupassant!!! Uno scrittore veramente talentuoso capace di dare i brividi, di emozionare e, soprattutto, di stupire. I suoi racconti più celebri sono l’Horlà, Yvette, Miss Harriet,ecc. Uno più coinvolgente dell’altro. Io ne ho letti solo una ventina, ma ne ha scritti più di 100, per non parlare di romanzi come Une vie e Bel ami….
E’ stato il pupillo di Flaubert e ha frequentato Zola e il locale La Grenouillère…
Nei suoi romanzi c’è poesia…ma soprattutto ci sono storie incredibili che sembrano credibili, e storie verosimili che sembrano incredibili… degli esempi?
- c’è un tizio che è perseguitato da uno spirito che beve l’acqua di notte al posto suo;
- c’è una sgualdrina che si lascia mettere incinta per poi indossare durante la gravidanza un corsetto strettissimo e, così, dare luce a dei bambini malformati per poi venderli;
- c’è l’uomo che non riesce a mettere incinta sua moglie e quindi ad ottenere l’eredità lasciatagli dalla nonna a suo figlio, allora lascia che la moglie gli faccia i corni…


Non so se Maupassant sia un genio o un visionario. So che le sue storie sono così moderne… basterebbe far indossare ai protagonisti dei jeans e una felpa e non ci sarebbe nessun’altra differenza con l’attualità!! Quando leggo i racconti di quest’autore, sembra di poter toccare i personaggi e sentire il loro cuore battere e vibrare.


martedì 4 novembre 2014

Suonano le campane? Ma chi è? E' Quasimodo!

Uno sente tanto parlar bene di un libro; il musical che ne è derivato è stato un successone; il cartone animato basato su quella storia è intrigante al punto giusto ma poi arriva il momento in cui il lettore deve confrontarsi con il romanzo originale ed è lì che può succedere il patatrac. Oggi ho finito di leggere Notre Dame de Paris e devo ammettere che mi sono sforzata di leggere i vari capitoli. Non voglio mettere in dubbio le capacita di Hugo anzi, lui scrive egregiamente. E’ solo che la storia non mi ha lasciato nessuna emozione. Ci sono tante sezioni che si allontanano dal nucleo Quasimodo-Esmeralda-Febo e a volte fanno perdere il filo…
Grazie al libro ho scoperto che: Quasimodo è sordo; il nome Febo significa Sole; la campana di Notre Dame si chiama Marie; Frollo ha 36 anni; la capretta di Esmeralda fa le imitazioni dei personaggi famosi!


Ne approfitto per scrivervi una cosa che c’entra poco con Notre Dame… vi aspetto mercoledì 12 novembre a Grosso (TO) alle 19 presso la sede Mistral, bar Benzo, via Lanzo 2 per la presentazione dei miei tre romanzi. Finalmente avrò una serata tutta mia dove parlerò dei libri che ho scritto in questi 4 anni!! 

domenica 2 novembre 2014

Jane Eyre: una donna con le p....

Cari lettori di blog, oggi vi parlo di un romanzo che ho divorato in quattro giorni. Si tratta del capolavoro di Charlotte Bronte (la sorella di quella che ha scritto “Cime tempestose”), “Jane Eyre”. A parte la pronuncia un po’ complessa del titolo, il romanzo è davvero una goduria. La storia, i dialoghi, i personaggi, l’ambiente… Jane è una donna con la D maiuscola. E’ una tipa che ha le palle! (Scusate la volgarità). Sa che cosa vuole dalla vita e, soprattutto, sa come ottenerlo. Non ha paura di niente e di nessuno. E’ da ammirare per la sua capacità a dire No. No a chi la maltratta. No a chi la fa soffrire. No a chi non crede in lei. No ai disturbatori. No ai falsi pretendenti. Questa volta non posso farvi il riassunto dell’opera, non perché non mi ricordi la storia, ma perché non posso rovinarvi le sorprese che troverete leggendo. Lo faccio per voi!

Come vorrei essere come Jane Eyre. Non pensavo che nell’Ottocento ci fossero donne così. Forse all’epoca tale romanzo avrà fatto un po’ di scalpore in quanto si tratta di una donna che ha una forza (morale) da uomo. Non è una donnetta tutta fiori e gossip. Al giorno d’oggi, di donne così ne conosco poche. Si contano sulle dita di una mano…

giovedì 23 ottobre 2014

Indovina chi

Mia zia da Roma ha voluto regalarmi un libro dal titolo abbastanza ambiguo “Chiudo il gas e vado via”. L’autrice è per me una sconosciuta, anche se poi ho saputo che ha scritto degli articoli su The Guardian. Si chiama Emily Barr.
Sarò sincera, all’inizio pensavo che questo libro fosse un romanzetto rosa sdolcinato per donne frustate. Poi, ho capito che invece si trattava di un giallo, ma molto leggero. La copertina dai colori pastello e dall’immagine simpatica e il titolo ironico non combaciano con la storia, abbastanza tragica e complicata. Insomma, ciò che ci si aspetta dalla storia non coincide con l’intreccio stesso. Penso che ci sia stato un errore da parte di chi ha gestito la grafica della copertina e la traduzione del titolo oppure è voluto.
La storia è carina ma in certi punti è sviluppata senza riuscire a coinvolgere il lettore. Il fatto principale è che una donna, per diversi motivi, decide di cambiare identità ma dopo dieci anni viene scoperta e…
La cosa strana è che in certi punti è come se avessi letto qualcosa che avrei potuto scrivere io; cioè, invece di sentirmi vicina ai personaggi, mi sono sentita un tutt’uno con la scrittrice. Certe cose le avrei scritte pari-pari. Non mi era mai successo prima di provare questa sensazione!
La storia è ambientata in Australia, non a Sidney o a Camberra, ma in un paese sperduto nel deserto, di nome Craggy e qualcosa… Se avevo un minimo desiderio di visitare la terra dei canguri, leggendo il romanzo, mi è letteralmente passata la voglia!



In certi momenti, tutti avrebbero voglia di partire per un po’; di dimenticarsi da dove vengono e chi sono; di prendere un’identità diversa e ricominciare. Non è così facile. Però, alla fin fine, un modo per evadere esiste (e non mi riferisco a droghe o ad alcol). Basta solo fregarsene di tutto e di tutti (senza esagerare) in quei momenti in cui ci si sente con il fiato sul collo.

domenica 12 ottobre 2014

Donne informate sui fatti (scabrosi)

Cari amanti della carta stampata, ho appena finito di leggere “Donne informate sui fatti” di Carlo Fruttero e ve ne faccio subito una breve recensione.
Si tratta di un giallo, molto carino e poco impegnativo. In ogni capitolo, è una donna che parla. Può essere la bidella, o la volontaria, o la figlia, o la migliore amica, o la carabiniera, o la giornalista, o la barista… Tra di loro si nasconde un colpevole. Provate ad indovinare…
Non mancano gli uomini nella storia (Semeraro, Don Traversa, il carabiniere, il rumeno, il padre), ma i loro movimenti e i loro ragionamenti (e da quando gli uomini ragionano?) passano sempre attraverso il punto di vista di una donna. I loro sentimenti e le loro motivazioni sono sempre filtrati e il “passino” sta in mano al gentil sesso.
Chi è stato a uccidere Milena, un’ex prostituta rumena, e a gettarla in un fosso con gli indumenti da squillo addosso, appena fuori Torino?
A dir la verità mi sembra che l’intento dell’autore non sia quello di coinvolgere il lettore nelle indagini. Leggendo, non cresce la voglia di scoprire il responsabile del crimine, ma ci si diverte a scoprire le paranoie e i segreti di ciascuna donna implicata. Non oserei definire questo libro “un giallo”. Si avvicina di più a un romanzo rosa, ma con un po’ di grigio in mezzo. Ehehe!
Mi stupisco spesso di come certi scrittori uomini riescano così bene a rappresentare e a far parlare il mondo femminile, a volte meglio di certe autrici donne!



Fruttero non ha scoperto l’acqua calda. Le donne sanno sempre tutto o, comunque, riescono sempre a venire a conoscenza della verità. Però, il loro difetto è che si confidano a troppi e a volte a persone sbagliate. Risultato? Ciò che sanno, li si riversa contro. Ahi, ahi, ahi! 

mercoledì 8 ottobre 2014

Il corpo umano in guerra

Cari divoratori e mangiucchiatori di libri, ho appena finito di leggere il secondo romanzo di Paolo Giordano “Il corpo umano”. E’ stata la copertina ad incitarmi perché altrimenti avrei lasciato il libro sullo scaffale a continuare a prendere polvere. Ho ancora brutti ricordi riguardanti “La solitudine dei numeri primi” (il libro esordio di Giordano). Non mi capacito di come un libro del genere abbia potuto vincere il premio Strega” e vendere oltre due milioni di copie in tutto il mondo! Secondo me, è stato il marketing a vincere e non certo il racconto in sé.
Ma lasciamo stare le mie paranoie.
“Il corpo umano” è un lungo flashback di alcuni militari in missione in Afghanistan. L’insulsaggine della loro presenza in quel territorio ostile aumenta di pagina in pagina. Le loro storie si perdono tra ciò che hanno dovuto lasciare in Italia (una moglie, dei figli, una donna incinta, una madre, la salute mentale) e ciò che trovano nel territorio dei talebani (il deserto, bei tramonti, mine, attentati).


A volte non abbiamo per nulla rispetto per il nostro corpo. Lo usiamo come fosse una macchina, un giocattolo, un’attrazione, uno scudo, un’arma e ci accorgiamo della sua preziosità solo troppo tardi. Ci rendiamo conto che non siamo immortali solo quando stiamo poco bene. Anche solo un banale raffreddore ci  ricorda che siamo fragili. Eppure è proprio con il nostro corpo che agiamo nello spazio e nel tempo con un fare da dominatore. Affianchiamo alle parole gesti e movimenti capaci d’influenzare il corso della Storia.



lunedì 11 agosto 2014

Il giovane Holden: un romanzo di formazione

Cari lettori e lettrici, scusate se sono sparita per diverse settimane…ero immersa nella lettura!! Scherzo!!
Rieccomi in forma!!
Oggi vi parlerò di un libro che mi ha conquistato…uno di quelli che vorresti che durasse come Beautiful, Un posto al sole, Don Matteo…cioè sempre!! Sto parlando de “Il giovane Holden” di Salinger.
Prima di leggerlo, ne avevo sentito parlare ma credevo fosse un romanzo tipo “L’amico ritrovato” o “ Il diario di Anna Frank”. Non mi aspettavo invece una storia così avventurosa e divertente (anche se con molti momenti seri su cui riflettere). 
Non mi sembra vero che Holden non esista nella realtà. La maniera in cui parla, come si comporta, i suoi pensieri, ecc. mi fanno credere che viva davvero da qualche parte nel mondo.
Il personaggio e le sue vicende sembrano così attuali…sebbene qualche espressione un po’ “retrò” come “vattalapesca” o “stantuffare una ragazza”.
L’istituto Pencey, dove il ragazzo studiava (in realtà non ha mai aperto un libro), si pentirà di aver perso un talento, non tanto intellettuale quanto un carisma capace di prendere delle decisioni che a volte nemmeno i grandi sarebbero in grado di prendere.
Holden viene bocciato e questo lo spinge a scappare da scuola e a vivere delle avventure, a volte pericolose, all’insaputa dei suoi ricchi genitori e lontano dalla sua sorellina preferita e dal suo fratello di successo, ma vicino a quell’altro fratello (purtroppo morto) che gli scalda il cuore!

Sono dell’idea che di giovani Holden ce ne sia uno per ogni città, uno per ogni borgo, uno per ogni paese, uno per ogni scuola. Personalmente, non ne ho mai incontrato uno per il momento, ma chissà…forse devo solo aspettare. E’ meglio farselo amico un tipo come lui, per evitare scherzetti e qualche insulto di troppo!
Di sicuro, solo una ragazza sarà capace di mettergli la testa a posto una volta per tutte…forse non si chiamerà Jane come nel libro, ma poco importa.
Sono convinta che valga la pena di leggere Il giovane Holden e di rileggerlo, un po’ come Il piccolo principe.


mercoledì 11 giugno 2014

Notturno


Cari lettori che non vi siete ancora liquefatti al sole, oggi vi parlerò del romanzo di Gabriele d'Annunzio "Notturno". Già solo il titolo mi dà un senso di frescura...
E' un libro che racconta le avventure belliche dello stesso D'Annunzio prima di quel catastrofico incidente che gli fece perdere quasi del tutto la vista.
Colpiscono le metafore e le similitudini dell'autore. Si tratta di un'opera in prosa ma con un profumo poetico che rima bene con il profondo animo dello scrittore.
Non posso capire la sofferenza di D'Annunzio nel dover rimanere bloccato a letto, al buio, per poter avere un po' di sollievo agli occhi. Inoltre, se penso che le cure a quel tempo non erano all'avanguardia come oggi, provo una gran pena per quell'uomo. Comunque, la guerra sarà virile quanto volete, ma rovina tutto e tutti. 
Mi ha colpito molto il finale, ma non per la ragione che pensate voi...sull'ultima pagina, ecco comparire a penna rosa, scritta da chissà quale cuore innamorato "fabrizio ti amo, '88"!!!

martedì 20 maggio 2014

Terrore...uuuuhh!


Il romanzo "Terrore" di Danila Comastri Montanari non è per niente imparentato con Dario Argento. State tranquilli! Qui la parola "terrore" si riferisce al periodo storico post-rivoluzione francese, quando la città era decorata con tricolori dappertutto: dai cappelli alle sciarpe, dagli stendardi ai festoni, dalle bandiere alle coccarde. Ai tempi cioè di Robespierre e compagnia bella. Cinque macabri delitti "infestano" la meravigliosa Parigi. Qualcuno si diverte a tagliar la testa alla gente (reazionaria e non) senza nessun processo prima. Voglio ricordare che sono gli anni della Ghigliottina. L'intreccio vede quindi un investigatore inventato intento a scoprire l'assassino. Nello sfondo fanno la loro comparsa dei personaggi veramente esistiti come la regina Maria Antonietta e suo figlio.
La conclusione? Arriva dopo circa 330 pagine! Come ogni buon giallo che si rispetti, l'assassino verrà smascherato! Non mancheranno feriti e colpi di scena!
Meno male che in Italia non c'è la pena di morte. Ma da noi non ci sono nemmeno più le prigioni...ohi ohi. Durante gli anni della "terreur" si sono uccise migliaia di persone, soprattutto politici e nobili. Il boia era la star del momento e la ghigliottina uno show da non perdere. Un'esagerazione spinta dall'odio, dalla vendetta e dalla fame. Poi è arrivato Napoleone, ma quella è un'altra storia...

mercoledì 16 aprile 2014

Il gusto proibito dello zenzero


Cari lettori italiani e non,
oggi vi parlo di un libro che non mi è piaciuto. Può capitare nella vita e meno male!! Può succedere di andare in biblioteca belli carichi, di cercare tra mille mila scaffali il libro giusto e di capitare invece  su quello sbagliato. Il titolo misterioso e la copertina che fa sognare mi hanno distratto e mi hanno fatto cadere nella trappola.
Vi parlo di "Il gusto proibito dello zenzero". La storia, ambientata a Seattle, parla di un adolescente cinese che si innamora di una fanciulla giapponese costretta però ad andare prigioniera in un campo di lavoro in quanto sono gli anni della Seconda Guerra Mondiale. I capitoli sono un susseguirsi di flashback. Tutto cambia fuorché l'hotel Panama....
La storia in sé non è male, ma non emoziona e non sono riuscita a immedesimarsi (sarà perché mi mancano gli occhi a mandorla)? Comunque, ho imparato una cosa nuova e cioè che i giapponesi americani dopo Pearl Harbor sono stati persecutati di brutto.

Leggendo il retro di questo libro mi sono sorpresa del numero e del contenuto di commenti positivi da parte della stampa. Si è persino parlato di "caso editoriale". Mah! Io resto con i miei dubbi. Sono bravi tutti a scrivere un romanzo (ci sono riuscita anch'io nel 2010), adesso aspettiamo che Jamie torni con qualche altra opera che provi il suo talento.
Ps. lo zenzero del titolo fa riferimento a questa spezia usata per produrre alcolici visto che il commercio d'alcol era proibito.

venerdì 4 aprile 2014

Il postino di Neruda

Cari innamorati dei libri, oggi vi presento un piccolo capolavoro di Antonio Skàrmeta "Il postino di Neruda" da cui è stato tratto anche il film con la Cucinotta.
Il libro è sottile, ma non è veloce da leggere perché il desiderio di assaporare ogni frase, ogni sguardo, ogni battuta, ogni metafora ed ogni poesia frena il lettore il quale è così costretto a riflettere e a sognare.
Mario Jimenez diventa il postino personale del celeberrimo poeta cileno Neruda. S'instaura una forte amicizia che accompagnerà il "vate" fino alla sua partenza per Parigi, poi al suo premio Nobel e infine alla morte.
La letteratura fa dà cornice a un altro tema più complesso quale la politica. Sono gli anni di Salvador Allende e della sua morte; un momento critico per il Paese.
Faccio la recensione oggi di questo breve romanzo proprio perché poc'anzi è passato anche da me il postino. E' vero il detto che il postino suona sempre due volte, ma siccome ero impossibilitata ad aprire subito la porta, ha ben deciso di suonare quattro volte!!!

giovedì 27 marzo 2014

Il mercante di coralli

Cari lettori oni oni, oggi vi dico due parole riguardanti una raccolta di racconti scritti da Joseph Roth "Il mercante dei coralli". Non avevo mai sentito prima parlare di questo autore austriaco nato nella seconda parte dell'Ottocento. Ebbene, devo dire che mi sono appassionata al suo modo di scrivere. C'è molto sarcasmo nelle sue opere. I personaggi raccontano le loro avventure come se si vedessero dal di fuori. Nessun racconto ha un lieto fine. La morte, l'abbandono, la sconfitta, l'ignoto l'hanno sempre vinta. 
La raccolta inizia con "Un allievo modello" e finisce con "Il mercante dei coralli".

Ho assaparato un racconto dopo l'altro immedesimandomi nelle sfighe dei personaggi. Sembrano tutte storie impossibili e proprio perché tali, talmente verosimili. Ma ciò che mi ha lasciata un po' perplessa è la cattiveria umana nascosta dietro il perbenismo di certi individui descritti da Roth.


martedì 25 marzo 2014

L'età del desiderio

Cari desiderosi, oggi vi parlo brevemente di uno dei romanzi di Castellaneta "L'età del desiderio". Un libro che mi sono vergognata di prendere in biblioteca o di lasciarlo sopra il comodino per il titolo un po' così...diciamo...legato a una tematica delicata. Ma alla fine di hot c'è solo il titolo!
La storia parla di un adolescente e dei suoi primi amori che sono però tutti un fallimento. Dalla ragazza del banco vicino alla giovane conosciuta in una balera. Dalla masturbazione passerà però a qualcosa di più coinvolgente e che si fa in compagnia di un essere femminile. Tranquilli, non c'è la descrizione di quei momenti.
Fanno da cornice un padre che cornifica la moglie; una madre ingenua; un migliore amico che fa il migliore amico e un'Italia all'epoca del Comunismo.

Tutti passano per l'età del desiderio. Chi non desidera desiderare? Mi domando. Quando gli ormoni cominciano a non controllarsi più e l'altro sesso diventa l'unico chiodo fisso... ah che bei e brutti tempi allo stesso momento. Comunque, c'è chi osa di più e chi di meno; chi è più romantico e chi pensa subito al sodo. L'importante è vivere intensamente quei momenti.
Prima o poi il desiderio diventa realtà...

lunedì 27 gennaio 2014

E così vorresti fare lo scrittore

Cari blog Readers, oggi vi parlo di un libro di Culicchia "E così vorresti fare lo scrittore".
La sua ultima opera si rivolge agli aspiranti scrittori dando consigli a destra e a manca su ciò che si cela dietro il mondo dell'editoria. Esordisce dicendo che in Italia esistono più scrittori che lettori e che le persone che si definiscono tali sono anche quelle che hanno scritto a mala pena una poesia. Inoltre, per fare successo oggi bisogna avere una percentuale di fortuna altissima e partecipare a Che tempo che fa...
Leggendo certe parti di questo libro, mi sono sentita sconsolata perché gli editori sempre più chiedono soldi agli scrittori invece di darne... Io ho scritto tre romanzi, ma ne ho pubblicato solo uno e ho capito che continuerò a scrivere per me stessa e per i miei amici. Il mondo non dà spazio ai giovani. L'unico modo per uscire un po' dall'ambito provinciale e tentare dei concorsi, avere delle conoscenze o scrivere qualcosa che sconvolga i piani alti. Allora sì, che forse qualcuno busserà alla tua porta con un contratto decente...

venerdì 24 gennaio 2014

Non calpestate le farfalle

Cari utenti, oggi vi parlerò di un libro che mi ha "rapito". Si tratta di una storia vera scritta da Aki Ra riguardante la Cambogia negli anni Settanta-Ottanta. Sinceramente, non ho mai pensato alla situazione politica di quel Paese. Che shock nello scoprire che i cambogiani hanno vissuto una guerra civile e poi un conflitto contro il vicino Vietnam.
Aki Ra è stato protagonista di entrambi gli eventi in quanto era un bambino soldato. Ha presto imparato ad uccidere e a percepire come normalità il fatto di togliere la vita a qualcuno. Ne sono rimasta basita. Solo con la pace e l'intervento dell'Onu Aki Ra ha imparato ad essere più umano. Ora aiuta a salvaguardare la pace nel suo Stato.
Le prime elezioni libere cambogiane sono arrivate nel tardo 1993. Prima di ciò re, soldati dittatori khmer rossi e l'occupazione vietnamita avevano seminato il terrore tra la gente; distrutto interi villaggi e città; ricoperto di mine la foresta...
Amo leggere i libri che parlano di fatti storici perché mi stupisco di come la realtà superi di gran lunga la fantasia. Certi orrori accadono veramente e ne veniamo a conoscenza troppo tardi o non abbiamo i mezzi per fermarli. Il caso dei soldati bambino è qualcosa che mi dà i brividi. Aki Ra ha imparato a usare un kalashnikov (arma inventata da un signore russo) a otto anni invece che poter giocare a palla con gli amici. Ha visto morire i genitori perché avevano fatto troppe domande, rimanendo presto orfano. Per fortuna, si è salvato. Non i suoi compagni. Lui è rimasto in vita per raccontare questa storia tremenda, quest'ennesimo genocidio di un popolo indifeso.

lunedì 20 gennaio 2014

Il libro del sapiente

Cari e care, oggi vi parlerò brevemente dell'opera di Charles de Bovelles "Il libro del sapiente". Si tratta di un libro filosofico scritto durante l'epoca rinascimentale quando l'uomo e la ragione sono tornati in auge. "Uomo, conosci te stesso", diceva un'esortazione greca e il concetto è proprio quello. L'autore esalta l'uomo intelligente ma disprezza l'ignorante. Il primo dà un senso alla vita perché non spreca le risorse; il secondo è la vergogna della natura.
Mi ha fatto piacere leggerlo, ma poveretti gli inetti e gli idioti. Per loro non c'è proprio scampo. Inoltre, Bovelles paragona l'uomo al mondo celeste, alla natura, ecc. trovando sempre il modo per confermare la sua teoria e cioè che l'uomo saggio è degno di vivere mentre lo stupido è meglio se si facesse un esame di coscienza. Il primo rispetta la volontà di Dio mentre il secondo è una vergogna per il genere umano.

giovedì 9 gennaio 2014

Il disperso di Marburg

Cari lettori per professione o per hobby,
oggi vi parlo di un bel libro che tratta di un aspetto della Resistenza italiana.
Il titolo "Il disperso di Marburg" si riferisce a un giovane tedesco, solito passeggiare con il cavallo per le campagne del cuneese, che un giorno scompare nel nulla. Dopo diversi mesi, si scoprirà che era stato ucciso e nascosto su un isolotto in mezzo a un torrente. Chi è stato a togliergli la vita e perché? Inoltre, perché un tedesco girava beato senza scorta in quel periodo.
A queste domande Nuto Revelli, uno che è riuscito a tornare dalla campagna di Russia, tenterà di rispondere facendo interviste e cercando negli archivi. A quale conclusione arriverà?

Devo dire che sentir parlare di un tedesco nazista diverso dagli altri mi ha stupito. Si perché il giovane ufficiale combattente era cordiale con la gente del posto e sembrava non accorgersi dei pericoli che si nascondevano nel bosco (non parlo di lupi o falchi, ma di esseri umani). Revelli, con questo libro, non vuole veramente fare giustizia o difendere un essere umano inutilmente ucciso. In realtà, lui non vuole disfarsi del passato. Ne è rimasto impigliato, intrappolato, sconvolto... Sente come obbligo morale, quello di fare luce su un fatto storico, però trova molte difficoltà. Sono passati troppi anni per trovare memorie lucide e testimoni. Auguri Nuto!

domenica 5 gennaio 2014

Rosso vermiglio

Cari amanti del Natale,
oggi vi parlo del romanzo, vincitore di un premio Campiello, di Benedetta Cibrario "Rosso vermiglio".
Con il Natale non c'entra molto, se non per il colore caldo della copertina e del titolo.
La storia narra di una donna costretta a sposarsi con un uomo che non ama. I rapporti, ovviamente, non vanno bene e così si dividono. Lei ritorna in un casolare toscano appartenuto alla famiglia dove vive più tranquilla, talmente tranquilla che può incontrare anche il suo amante di tanto in tanto.
Questo romanzo è abbastanza veloce da leggere. Una leggera malinconia pervade il lettore...il tempo passa e la donna protagonista non vive appieno le sue emozioni e i suoi sogni.
Il rosso della vita, del sangue e della passione, per lei, diventa un debole arancione....