oggi tocca alla recensione del romanzo di Lawrence "Two lovers", ossia "Due innamorate" o "Donne innamorate".
La storia è abbastanza movimentata, ma serve soprattutto a far trasparire le idee politico-sociali dell'autore o almeno di una parte della società londinese all'inizio del'900.
Ci sono due sorelle che si innamorano di due uomini. Fin qui niente di strano...
Però uno dei due uomini aspira a un amore spirituale e non tanto fisico (e lei non ne è molto felice) e l'altro ha un animo ribelle e inquieto (e lei ne ha un po' paura).
In alcune pagine, si suggerisce anche che una soluzione alternativa o parallela al matrimonio potrebbe essere un'unione omosessuale.
Il finale mi ha stupito notevolmente. Forse un po' troppo sbrigativo rispetto alle oltre 600 pagine di tutto il racconto. A voi di scoprirlo.
Ma quanto bello è l'amore? Ma quanto male fa l'amore?
Prima o poi tutti si innamorano e iniziano a provare quella morsa allo stomaco, quell'euforia convulsa e quella malinconia poetica.
Non voglio fare l'errore che hanno fatto le due protagoniste del libro (Gudrun e Ursula) e cioè di usare il matrimonio come scappatoia alla noia, alla mondanità o solo per dimostrare a se stesse quanto valgono. Entrambe possono essere autonome con il loro lavoro eppure ricercano l'amore, non per la bellezza del puro sentimento, ma per completare la loro sete di perfezione.
Fate attenzione. Il vero innamoramento punge come una spina di una rosa.
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