oggi vi parlo brevemente di uno dei romanzi di Alberto Moravia "Il viaggio a Roma".
Non avevo mai letto niente di questo autore.
Devo dire che apprezzo il suo stile, scorrevole e veloce.
La storia mi ha lasciato un po' perplessa. Mi ha fatto lo stesso effetto del film con la Kidman "Stoker"!
Il protagonista da Parigi va a Roma per ritrovare suo padre dopo 15 anni. La madre è morta da tempo, ma vive più che mai nei ricordi del ragazzo. In ogni donna che il giovane incontra, ritrova la figura materna e il desiderio un po' incestuoso di possederla.
Di Roma se ne parla ben poco. Fa leggermente da sfondo al vero centro che è il ragazzo e la ricerca di se stesso.
C'è il detto secondo cui le figlie ricercano nella figura del compagno, certi caratteri del padre. Forse questo vale anche per i figli con le madri.
Non so se sia tanto vero, ma penso che una volta adulti bisogna un po' distaccarsi dalle gonne della mamma e dal gilet del papà. Non sto dicendo di rinnegarlo! Semplicemente che il loro modo di vedere la vita, a volte, condiziona troppo la nostra esistenza. Dobbiamo essere capaci di creare il nostro pensiero liberamente e di prendere delle decisioni per il nostro bene. Non dobbiamo essere burattini di nessuno. Sappiamo di avere delle radici a cui possiamo sempre fare affidamento, ma poi bisogna puntare verso altri orizzonti e farcela da soli.
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