oggi vi parlo di un bel libro che tratta di un aspetto della Resistenza italiana.
Il titolo "Il disperso di Marburg" si riferisce a un giovane tedesco, solito passeggiare con il cavallo per le campagne del cuneese, che un giorno scompare nel nulla. Dopo diversi mesi, si scoprirà che era stato ucciso e nascosto su un isolotto in mezzo a un torrente. Chi è stato a togliergli la vita e perché? Inoltre, perché un tedesco girava beato senza scorta in quel periodo.
A queste domande Nuto Revelli, uno che è riuscito a tornare dalla campagna di Russia, tenterà di rispondere facendo interviste e cercando negli archivi. A quale conclusione arriverà?
Devo dire che sentir parlare di un tedesco nazista diverso dagli altri mi ha stupito. Si perché il giovane ufficiale combattente era cordiale con la gente del posto e sembrava non accorgersi dei pericoli che si nascondevano nel bosco (non parlo di lupi o falchi, ma di esseri umani). Revelli, con questo libro, non vuole veramente fare giustizia o difendere un essere umano inutilmente ucciso. In realtà, lui non vuole disfarsi del passato. Ne è rimasto impigliato, intrappolato, sconvolto... Sente come obbligo morale, quello di fare luce su un fatto storico, però trova molte difficoltà. Sono passati troppi anni per trovare memorie lucide e testimoni. Auguri Nuto!
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