Ciao Ciao,
oggi vi parlerò brevemente del primo libro della serie di Sherlock Holmes di Conan Doyle "Uno studio in rosso".
Holmes è davvero uno svitato, di quelli che al giorno d'oggi chiameremmo Fuori di testa. Eppure una cosa bene la sa fare: investigare e trovare gli assassini e non lo fa tanto attraverso interrogatori o accuse, ma attraverso l'osservazione. Sì perché gli basta guardare la scena del delitto per scoprire l'assassino.
Watson è un medico molto sfigato. Ferito in guerra, non sa più tanto cosa fare della sua vita. Ma per fortuna arriva Holmes! Con lui vivrà momenti emozionanti tanto che gli verrà voglia di metterli per iscritto.
La sola delusione è che in questo primo numero Holmes non dice mai la frase celebre "Elementare Watson". Sarà per un'altra volta.
Vi consiglio di leggere la biografia dell'autore..ha avuto una vita del tipo droga, alcol et rock'n'roll. Non so se con sesso incluso oppure no.
Ps. il personaggio letterario di Holmes è magrissimo e altissimo. Non corrisponde all'affascinante attore del film di Guy Ritchie.
Oggi Holmes è diventato un modello.
Csi e compagnia bella scoprono il colpevole su basi scientifiche ed è quello che faceva Holmes.
Solo che Holmes faceva esperimenti su se stesso, mentre a Csi in un laboratorio protetti da camice ed occhialini.
Ma almeno con Holmes si è sicuri che il caso verrà chiuso e risolto. Un po' meno nella realtà. Mesi e mesi di ricerche per trovare solo dei sospettati e intanto il vero assassino continua a passeggiare tranquillo per la città. E se anche lo si arresta, il processo lunghissimo e i bravi avvocati faranno in modo che mai andrà in galera. Ma che ingiustizia però!!
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